Il 2 agosto 2017, il Senato italiano ha approvato il disegno di legge di delegazione europea 2016-2017, che contiene la delega al Governo per il recepimento dell’attesa Direttiva cd. “anti-elusione”. La Direttiva contiene una serie di iniziative legislative e non legislative dell’UE intese a rafforzare le norme contro l’elusione dell’imposta sulle società, per un’imposizione delle imprese nell’UE più equa, semplice ed efficiente.
- Premessa
La direttiva di delegazione europea, nota anche come Direttiva anti-elusione (o ATAD) raccoglie le raccomandazioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
(OCSE), formulate nel 2015, per affrontare il problema dell’erosione della base imponibile e del trasferimento degli utili (Base Erosion and Profit Shifting [BEPS]). In particolare per:
a. impedire la pianificazione fiscale aggressiva;
b. aumentare la trasparenza;
c. creare un contesto più equo per le imprese nell’Unione europea (UE).
In ambito tributario, essa codifica una serie di misure giuridicamente vincolanti volte alla prevenzione ed al contrasto delle pratiche elusive, contenute nella cd. “pianificazione fiscale
aggressiva”, generalmente messa in atto dalle multinazionali.
Pertanto è volta ad affrontare quelle situazioni in cui i gruppi societari traggono profitto dalle disparità esistenti fra i sistemi fiscali nazionali, al fine di ridurre il loro onere fiscale complessivo.
Occorre però sottolineare che il vero obiettivo della Direttiva è il superamento delle difformità , oggi presenti, negli ordinamenti domestici dei Paesi dell’UE. Tale obiettivo è l’elemento
necessario, non solo per prevenire e contrastare le pratiche elusive poste in essere a livello internazionale dalle imprese (non solo multinazionali), ma anche per facilitare l’espansione
internazionale, in ambito UE, delle imprese stesse.
La Direttiva si rivolge alle imprese soggette all’imposta sulle società[2], includendo ovviamente le stabili organizzazioni di soggetti extra UE ed escludendo le persone fisiche.
Il 29 maggio 2017, la Direttiva è stata integrata e modificata con ulteriori norme volte ad affrontare i cd. “disallineamenti da ibridi” derivanti dalla diversa qualificazione, in altrettanti distinti
ordinamenti, di strumenti finanziari che possono a volte sottendere apporti di capitale di finanziamento, a volte capitale di rischio con i regimi di imposizione dei Paesi non appartenenti
all’UE (cd. “Direttiva anti-elusione modificata”).
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Articolo del Dott. Michele Gentile pubblicato sulla rivista Novità Fiscali, Centro competenze tributarie, SUPSI, nr. 11, novembre 2017.