Quale prospettiva futura avrà la professione del Commercialista, in particolare con la prepotente e rapida evoluzione dei software di intelligenza artificiale generativa (AI) e dei Large Language Models (LLM).
Nei miei oltre quarant’anni di professione ho assistito all’evoluzione della figura professionale del Commercialista, in particolare nella consulenza verso le PMI italiane e le piccole realtà imprenditoriali Ticinesi.
Personalmente nella G & J mi sono sempre occupato quasi esclusivamente della consulenza professionale: fiscale, societaria, concorsuale e di diritto penale d’impresa, affrontando già da molto tempo la digitalizzazione dei processi aziendali (e professionali nostri interni) con particolare attenzione alla sicurezza dei dati e conseguente normativa di privacy.
Ho dedicato poco tempo e poco interesse alla tipica attività di fornitura dei classici servizi contabili, dichiarativi ed in genere amministrativi, sia per scelta personale che per via della mia formazione, prima giuridica poi economica e, sinceramente, per le opportunità che fortunatamente ho avuto nel mio percorso professionale dalle richieste dei clienti, lasciando agli altri collaboratori e partners della G & J i servizi contabili-amministrativi, da me sempre considerati di scarso valore aggiunto professionale.
Mi trovo spesso a dialogare con colleghi sul futuro di questa professione, in particolare sulla transizione digitale e nell’avvento della Intelligenza Artificiale, ciò che definiamo AI, che temono possa causare una notevole riduzione sia di valore professionale che economico. Credo, non solo per la mia natura ottimistica, non per la mia forse eccessiva propensione al rischio, ma per le opportunità che nei prossimi dieci anni a mio avviso vi saranno per questa professione, sia invece un cambiamento da approfondire e realizzare. Se il Commercialista saprà coglierle, investendo il suo tempo nel continuo aggiornamento e specializzazione della professione e considerando, l’uso dei software di intelligenza artificiale generativa e i Large Language Models (LLM), quale valido collaboratore, raggiungerà non solo la realizzazione di se stesso professionalmente, ma anche soddisfazioni economicamente importanti.
Chi non saprà però adeguarsi a questo cambiamento, che sarà “copernicano”, inevitabilmente si estinguerà, come si sono estinte in natura le specie non resilienti.
Personalmente credo che le prospettive futuro premieranno l’approccio professionale del rapporto di consulenza diretto con il cliente a discapito dell’approccio “industriale” della consulenza e della fornitura dei servizi classici contabili-amministrativi.
Ormai l’avvento e l’uso dei software di intelligenza artificiale generativa (AI) e i Large Language Models (LLM) ridurranno le attività ripetitive a basso valore aggiunto dei servizi classici contabili-amministrativi, determinando nel breve tempo una forte contrazione del fatturato generato da tali servizi, con un’inevitabile riduzione dei players che oggi popolano il nostro mondo professionale.
Contesto Temporale Economico.
L’evoluzione della professione di Commercialista richiederà sempre di più un passaggio da ruoli esecutivi a funzioni strategiche e consulenziali. Per mantenere alta la competitività e attrattività sul mercato, i Commercialisti dovranno puntare sulla formazione continua e specializzazione; sulla digitalizzazione delle attività; sullo sviluppo delle abilità personali e relazionali con integrazione di competenze trasversali.
Sia in Svizzera che in Italia, le PMI costituiscono la spina dorsale dell’economia con oltre il 99% delle imprese e circa 67-76% dell’occupazione. (“Le PMI svizzere “generano il 67% dell’occupazione” – Ticinonline) (“Pmi, sull’Italia pesano gap di produttività e bassa scalabilità – Il Sole 24 ORE”).
È prevedibile quindi che nei prossimi dieci anni, la domanda di consulenza professionale che verrà richiesta ai Commercialisti (dottori commercialisti/fiduciari) è destinata ad evolversi sensibilmente. Le imprese di minori dimensioni saranno chiamate ad affrontare un contesto complesso, caratterizzato da rapidi cambiamenti normativi; crescente digitalizzazione (transizione digitale in atto) dei processi fiscali ed amministrativi, con una richiesta di maggiore attenzione alla compliance (rispetto delle normative) ed alla gestione del rischio legale.
I Commercialisti, a mio avviso, dovranno dunque sviluppare specifiche competenze e servizi, sicuramente in quattro particolari ambiti-chiave: consulenza fiscale; consulenza societaria; consulenza organizzativa con riferimento alla successione aziendale; consulenza di diritto penale d’impresa.
- Consulenza Fiscale.
Il mercato delle PMI Ticinese è particolarmente legato alla confinante Italia, che rappresenta, anche solo considerando la vicina Lombardia, un mercato estremamente interessante per il tessuto industriale di PMI con sbocco UE. Quindi, risulta e risulterà determinante per il futuro mantenere ed aggiornare le competenze di diritto italiano e la relativa conoscenza della pratica professionale.
In Italia la normativa tributaria è sempre in costante mutamento attraverso un “caos normativo”, con frequenti riforme e complesse regole, che generano e genereranno una forte e continua domanda di consulenza. Inoltre, le riforme fiscali organiche previste nei prossimi anni, richiederanno ai professionisti un costante studio ed un continuo aggiornamento per garantire al contempo stesso compliance alle PMI ed opportunità di ottimizzazione fiscale lecita.
In Svizzera il quadro fiscale è più stabile, ma sono già in atto degli adeguamenti. Ad esempio: l’adozione degli standard internazionali (piano BEPS OCSE, minimum tax globale) e possibili revisioni IVA o accordi bilaterali con l’UE. Le PMI svizzere per mantenere la competitività molto probabilmente dovranno affidarsi al professionista per il rispetto tra regole interne cantonali/federali e nuovi obblighi internazionali.
- Ottimizzazione Fiscale e Pianificazione.
In entrambi i Paesi, la domanda di consulenza fiscale nei prossimi 10 anni sarà sempre più orientata alla strategia e non solo agli adempimenti contabili formali. Il Commercialista, anticipando i cambi normativi e sfruttando la digitalizzazione per avere report in tempo reale, diventerà un partner indispensabile o per lo meno utile per aiutare l’imprenditore a prendere decisioni informate, sia in campo fiscale che societario.
In particolare, la trasparenza fiscale e gli scambi automatici di informazioni internazionali, ridurranno gli spazi per l’elusione aggressiva; quindi, aumenteranno le opportunità di tax planning legittimo. In questo modo le PMI potranno utilizzare la leva fiscale come supporto alla crescita, rimanendo però compliant.
In Svizzera, dove la pressione fiscale sulle imprese è generalmente più contenuta, la consulenza molto probabilmente si focalizzerà su scelte di struttura (es. ottimizzare la ripartizione di utili tra casa madre e succursali, gestione delle riserve, previdenza ecc.) e sull’adeguamento ai best practice internazionali per evitare sanzioni (es. transfer pricing anche per PMI internazionalizzate).
- Consulenza Societaria, governance, adempimenti e riorganizzazione aziendale.
Nei prossimi anni la consulenza societaria si evolverà da un supporto meramente formale (es. tenuta libri sociali, verbali) ad un ruolo più strategico nell’organizzazione aziendale delle PMI, richiedendo maggiore flessibilità e responsabilità.
In Svizzera, si prevede nei prossimi anni una crescente creazione di nuove società, anche da parte di stranieri, grazie all’attrattività Svizzera, anche nella forma di sedi estere (succursali) e trasferimenti di sedi, anche cross-border verso l’UE, con operazioni che comportano competenze specifiche in diritto societario internazionale e fiscalità internazionale. Inoltre, in Svizzera, per via della revisione del diritto societario, Le società per azioni (SA) hanno regole più flessibili sia per la costituzione che sul capitale (es. capitale in valuta estera, ecc.), insieme a nuovi requisiti di trasparenza (soprattutto per società attive nelle materie prime) e diverse regole per la composizione del capitale azionario e dei Consigli di amministrazione.
In Italia, sono stati introdotti obblighi di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili per tutte le società (Codice della crisi d’impresa). Pertanto, anche le PMI sono obbligate a dotarsi di assetti di governance proporzionati alla loro attività, sia per rilevare tempestivamente segnali di crisi che per garantire una gestione sana. In questo contesto le piccole PMI, generalmente prive di strutture interne di controllo, si dovranno rivolgere al Commercialista, per impostare sistemi di controllo di gestione, reportistica finanziaria periodica interne o per affidargli la consulenza di tale attività, obbligatoria e necessaria per una corretta gestione del rischio legale.
- Corporate Governance e Sostenibilità.
Anche le PMI nei prossimi anni saranno obbligate a porre l’attenzione alla governance ed ai fattori ESG (ambientali, sociali e di governance), in particolare se sono o saranno fornitori di grandi aziende.
A livello globale la sostenibilità sta diventando un parametro chiave.
In Svizzera, ad esempio, la sostenibilità economica, sociale ed ecologica sarà di indubbia importanza, con inevitabili cambiamenti anche per le imprese.
In UE sono in vigore obblighi di reporting di sostenibilità per grandi aziende (Direttiva CSRD), ma l’indotto obbligherà anche le PMI, che operano come fornitrici di grandi aziende, la rendicontazione volontariamente delle proprie performance ESG.
In questo ambito il Commercialista, tradizionalmente esperto di bilanci dovrà evolvere le sue competenze per fornire la consulenza relativa alla sostenibilità, la quale diventa così un’opportunità professionale di consulenza estesa al tema dei bilanci di sostenibilità, che hanno l’obiettivo di misurare l’impronta ambientale, codici etici e modelli organizzativi “sostenibili”. Non per nulla il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti italiano ha evidenziato la connessione tra Modello 231 e fattori ESG, in segno di un approccio integrato alla governance d’impresa sostenibile (documento su Modello 231 e fattori ESG del Consiglio dei Dottori Commercialisti italiani).
In questo contesto la consulenza societaria nei prossimi dieci anni si evolverà in consulenza di management aziendale, non solo per gestire gli atti burocratici, ma principalmente per migliorare la struttura dell’impresa, garantendo la trasparenza; la sostenibilità e l’efficienza organizzativa.
Questa evoluzione richiede al Commercialista delle competenze di diritto societario comparato; tecniche di organizzazione aziendale e di “corporate finance”, unitamente alla capacità di collaborare strettamente con altri esperti (legali, consulenti del lavoro, esperti ESG).
- Successione Aziendale e Passaggi Generazionali.
Un driver di crescita importante per la consulenza professionale del Commercialista è rappresentato già oggi dalla riorganizzazione aziendale per successione dell’azienda, in particolare nel passaggio generazionale.
Sia in Italia che in Svizzera, molte PMI sono tipicamente a conduzione familiare e gli imprenditori, in particolare fondatori, si avvicinano all’età di pensionamento. Si osserva che la richiesta dei servizi di consulenza per “succession planning”, valutazioni d’azienda, trasformazioni societarie (es. da ditta individuale a società di capitali), fusioni o cessioni è in costante aumento.
L’assistenza professionale da parte del Commercialista in una pianificazione successoria (fiscalmente efficiente e che garantisca continuità aziendale) su assetti proprietari adeguati (holding familiari, patti di famiglia, ecc.) è una grande opportunità, sia in termini di fidelizzazione del cliente che in termini di portafoglio clienti.
Inoltre, nei prossimi anni molte imprese interessate da passaggi generazionali, rivedranno i propri modelli di business, aprendo il capitale a soci esterni o investitori. In questo ambito si aprirà una interessante opportunità di consulenza professionale specializzata.
- Diritto Penale d’impresa: Compliance, responsabilità e gestione del rischio legale.
Negli ultimi anni gli Stati hanno intensificata la sensibilità verso i reati economici e la responsabilità delle imprese in caso di illecito.
In Italia, al di là della responsabilità amministrativa dell’ente, per alcuni reati commessi nel suo interesse, salvo l’adozione di modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire tali illeciti, vi è stata una evoluzione giurisprudenziale anche in tema di misure di prevenzione e di sicurezza, che vengono adottate, non solo per i classici reati penali, (riciclaggio, bancarotta preferenziale o fraudolente, ecc.) ma anche per i reati tributari di rilevanza penale, comportando un serio rischio, sia per la società che per gli amministratori e soci. Occorre tener presente che dette procedure spesso sfociano dal sequestro preventivo alla confisca dei beni, con effetti devastanti per le attività imprenditoriali.
Anche in Svizzera, pur con un modello normativo diverso, esiste la responsabilità penale delle persone giuridiche. Un’azienda può essere sanzionata se un reato viene commesso al suo interno a causa di una carenza organizzativa per mancati controlli, procedure inadeguate, ecc. (Corporate Liability in Switzerland – Global Compliance News – Corporate Liability in Switzerland – Global Compliance News).
Inoltre, per alcuni reati gravi (es. riciclaggio, corruzione) la società risponde in via primaria se non ha adottato tutte le misure organizzative ragionevoli per prevenirli. Quindi saranno sempre di più le imprese elvetiche che oltre alla compliance bancaria e finanziaria, si doteranno di programmi di corporate compliance più generali (codici di condotta, sistemi di controllo interno, audit periodici).
Anche l’evolversi nei prossimi anni delle direttive europee (V e VI direttiva AML) e delle raccomandazioni internazionali FATF/GAFI, comporteranno regole sempre più stringenti, sia in Italia che in Svizzera.
Probabilmente le PMI dovranno implementare procedure interne di AML, anche se non finanziarie (pensiamo al commercio di beni di lusso, real estate, giochi, etc.,). In tale contesto il commercialista potrà fornire servizi di compliance integrata, attraverso la valutazione del rischio aziendale; la predisposizione di manuali e policy; la formazione del personale aziendale su antiriciclaggio, anticorruzione, privacy ed altri obblighi che ricadono sul management.
Ad esempio, proprio la privacy/GDPR è un altro ambito di rilievo penale-amministrativo, le cui sanzioni per violazioni sono elevate. Allo stesso modo, la nuova normativa sul whistleblowing (recepimento Direttiva UE 2019/1937) obbliga in Italia le aziende sopra i 50 dipendenti a dotarsi di canali di segnalazione interna e misure di protezione. In questo ambito i commercialisti possono specializzarsi e prestare la necessaria consulenza per predisporre tali canali e relative policy, quale sistema disciplinare e di controllo etico in azienda.
- Responsabilità degli Amministratori e gestione del rischio legale.
Sia in Italia che in Svizzera è prevista la responsabilità personale dei dirigenti per omissioni o illeciti aziendali.
In Italia, gli amministratori possono incorrere in responsabilità penale per reati tributari, ambientali, infortuni sul lavoro, ecc., se non vigilano adeguatamente. Anche senza arrivare alla responsabilità penale, la riforma della crisi d’impresa prevede la loro responsabilità civile, per omessa predisposizione degli assetti organizzativi idonei. In Svizzera, i membri del consiglio d’amministrazione possono essere sanzionati e rispondono patrimonialmente verso la società e i creditori se violano i doveri di diligenza.
Questa responsabilità comporterà nel prossimo futuro l’implementazione di un sistema di risk mamgement, così da tutelare sia l’azienda che gli amministratori. Questa attività proattiva potrà essere un valore aggiunto per le PMI, che spesso non hanno un proprio compliance officer quale consulenza specializzata del Commercialista.
- Sfide e Opportunità per i Commercialisti.
Credo che la sfida principale per il Commercialista sarà ampliare la propria formazione giuridica ed economica, con aggiornamento costante su nuove leggi (si pensi al futuro AI Act EU, che imporrà criteri di conformità per l’uso dell’intelligenza artificiale in azienda, o alle leggi in materia di “corporate human rights” che potrebbero emergere). In definitiva dovrà essere un po’ anche giurista e risk manager, oppure lavorare in team multidisciplinare. L’opportunità però sarà quella di posizionarsi come “problem solver”, in grado di fornire una consulenza professionale ad elevato valore aggiunto, nel quale le PMI dovranno essere disposte ad investire. Probabilmente l’evoluzione del mercato porterà le PMI a tale investimento.
L’evoluzione delineata comporta sicuramente delle sfide importanti per il Commercialista, ma anche nuove opportunità di crescita professionale.
Tra le varie sfide vi è sicuramente la transizione digitale. La transizione digitale è un processo più ampio e profondo che va oltre la semplice digitalizzazione. Implica un cambiamento culturale ed operativo nell’organizzazione, comporta l’integrazione delle tecnologie digitali in tutte le aree aziendali o professionali e modifica radicalmente il modo in cui l’organizzazione opera e fornisce valore aggiunto.
È un continuo investimento in tecnologie (gestionali cloud, piattaforme di collaborazione con i clienti, intelligenza artificiale) e nelle relative competenze.
Nei prossimi anni, saper sfruttare l’AI e l’analisi dei dati diventerà un elemento determinante e distintivo, perché permetterà di offrire una consulenza più tempestiva e predittiva (es. individuare trend nei dati fiscali dell’azienda cliente e suggerire correttivi prima che emergano problemi).
La sfida, in particolare per i Commercialisti della mia generazione, sarà uscire dalla “comfort zone” delle pratiche tradizionali per apprendere nuovi strumenti. Penso che per loro sarà sicuramente molto faticoso, più che per le nuove generazioni digitalmente native, ma cogliere le opportunità dei software di intelligenza artificiale generativa (AI) e dei Large Language Models (LLM) sarà indispensabile e consentirà di aumentare l’efficienza liberando fino al 80% del tempo oggi speso in adempimenti burocratici, tempo da reinvestire nell’attività consulenziale di alto livello, (Commercialisti, quale futuro per la professione con AI e digitalizzazione – Agenda Digitale), oltre che a consentire di essere competitivi in un mercato sempre più aggressivo nel proporre consulenza a basso prezzo.
Un’altra sfida molto importante sarà quello delle competenze interdisciplinari. Al Commercialista del futuro non basterà più la padronanza della contabilità e del diritto tributario, ma serviranno nozioni di diritto societario e penale dell’economia; di gestione aziendale; di sostenibilità; oltre a soft skill come il project management (per gestire progetti di riorganizzazione o implementazione di sistemi informativi presso i clienti). Questo implica ed implicherà una formazione continua. Tale ampliamento delle competenze però permetterà al Commercialista di accedere ai nuovi mercati, fornendo anche: servizi di outsourced compliance officer; consulenza in operazioni straordinarie; assistenza nei piani ESG; ecc. Tutti servizi che potranno generare maggior valore aggiunto (e margini) rispetto alle attività tradizionali di tenuta contabile ed amministrativa. Inoltre, la sostenibilità e l’innovazione probabilmente diventeranno esse stesse aree di consulenza, in modo che si potranno affiancare nei percorsi di transizione digitale, facendo leva sulla posizione privilegiata che il Commercialista già occupano nell’ecosistema PMI, essendo consulente di fiducia e conoscendo i business del cliente.
Una delle criticità che si presenterà sarà sicuramente quella di gestire ed accompagnare il cambio di aspettative da parte delle PMI clienti nel Commercialista. Finora il Commercialista è spesso percepito come colui a cui delegare gli elementi burocratici, quali contabilità, adempimenti amministrativi paghe ecc. Attività, oggi, non più percepite come valore aggiunto per l’azienda. Non sarà dunque facile portare i clienti PMI a considerare il Commercialista come un professionista che ha un ruolo strategico, la cui consulenza è un importante valore aggiunto per l’azienda e per la sua attività.
Questo passaggio, non facile, sarà ineludibile ed obbligatorio a mio parere, perché chi non evolverà in tal senso nei prossimi dieci anni la sua professione di Commercialista, molto probabilmente rischierà di vedere erose le proprie mansioni tradizionali, sicuramente da soluzioni automatizzate (si pensi alla contabilità automatica o ai dichiarativi fiscali precompilati) per non considerare che per dette attività, molto presto, i software generativi di AI sostituiranno i contabili nella maggioranza dei casi, con una notevole perdita non solo della propria figura professionale, ma anche economica.
Articolo del Dott. Michele Gentile del 16 marzo 2025