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Transfer Pricing dei beni immateriali

Panoramica sugli ultimi sviluppi a livello OCSE in ambito di prezzi di trasferimento tra società collegate

1. Introduzione

La globalizzazione, caratterizzata dall’evoluzione dei mercati internazionali e dall’innovazione tecnologica nei processi produttivi e nei processi comunicativi, negli ultimi 30 anni ha portato ad una continua evoluzione delle strutture e degli assetti organizzativi delle imprese operanti a livello internazionale. In particolare, da un modello statico-locale, dove le imprese svolgono la propria attività in territori diversi, attraverso singole strutture caratterizzate da singole valuechain totalmente indipendenti (cosiddetta “struttura di impresa multinazionale”), si è passati ad un modello dinamico-globale, ove l’attività delle singole strutture è organizzata per operare a livello internazionale, con un’unica value-chain (cosiddetta “struttura di impresa  sovranazionale”).

Questa evoluzione ha modificato ovviamente la gestione delle operazioni e delle funzioni in capo ai soggetti, appartenenti ad uno stesso gruppo, passando da un reddito valore, creato da più imprese a livello locale/nazionale, ad una creazione di reddito valore, consolidato a livello globale, da attribuire a tutti gli attori del gruppo coinvolti, residenti in diversi Stati.

Il Transfer Pricing (prezzo di trasferimento tra operazioni appartenenti a società dello stesso gruppo) è lo strumento di pianificazione fiscale che, in questo contesto evolutivo, incide sulla fiscalità internazionale in riferimento alle operazioni transnazionali appartenenti allo stesso gruppo, non solo da un punto di vista aziendale/imprenditoriale, ma soprattutto, per combattere il cosiddetto fenomeno dell’erosione delle basi imponibili dal punto di vista delle amministrazioni fiscali dei diversi Paesi. Sotto il profilo aziendale/imprenditoriale, le politiche di Transfer Pricing rappresentano elementi strategici per la gestione delle relazioni fra società appartenenti allo stesso gruppo. La cosiddetta Transfer Pricing Policy (di seguito TPP) è uno strumento primario per conseguire il giusto allineamento tra le variabili strategiche di business e le variabili fiscali. Il problema alla base della TPP è la giusta determinazione del valore del prezzo di trasferimento. Come prescritto dall’articolo 9 del Modello OCSE di Convenzione fiscale (di seguito M-OCSE) e dalle Linee guida OCSE, le operazioni tra soggetti appartenenti allo stesso gruppo devono avvenire a valori, secondo l’Arm’s Length Principle. Il rispetto di tale principio, dovrebbe prevenire l’abuso nella determinazione dei valori e la conseguente corretta determinazione dei profitti tassabili.

Risulta evidente come il rispetto di tale principio sia di difficile applicazione per determinate categorie di beni/transazioni, quali per esempio i beni immateriali. Infatti, le imprese  appartenenti allo stesso gruppo, attuano politiche di Transfer Pricing, volte al condizionamento dei prezzi di trasferimento, con particolare riferimento alle transazioni aventi ad oggetto
beni intangibili, al fine di perseguire un’ottimizzazione fiscale complessiva.

Negli ultimi anni la dottrina internazionale ha perfezionato le Linee guida, per arrivare ad una corretta determinazione dei valori di trasferimento, con l’obiettivo, da parte delle amministrazioni fiscali, di combattere abusi fiscali e, per le imprese, di ridurre rischi di doppia imposizione giuridica. Proprio nel contesto del progetto Base Erosion and Profit Shifting (di seguito BEPS), promosso dall’OCSE nel 2013 su mandato del G-20, la disciplina del Transfer Pricing, con particolare riferimento ai beni immateriali, riveste un ruolo centrale per il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati.

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G&J Consulting - Niccolò Gentile

 

 

Articolo di Niccolò Gentile, pubblicato sulla rivista Novità Fiscali, Centro competenze tributarie, SUPSI, nr. 2, febbraio 2016.

Estratto novità Fiscali 02/2016